PSICOLOGIA

“Tutto ciò che può essere trovato nella mente umana è stato messo lì dalle relazioni interpersonali”

H.S. Sullivan

dipendenzaaffettivaPSICOL

La Psicologia ha numerosi ambiti di applicazione, quello di cui mi occupo principalmente è l’ambito clinico.

La Psicologia Clinica mi ha sempre affascinato, lo studio della personalità e le dinamiche relazionali.

L’ambito di applicazione della Psicologia Clinica riguarda il disagio emotivo e le varie tipologie di disturbi psicologici e psicosomatici. Il ruolo dello Psicologo Clinico è quello di individuare i processi eziopatogenetici del disturbo che lamenta il paziente e progettare un percorso terapeutico. Tutto questo avviene all’interno della relazione terapeutica.

Chi è lo Psicologo Clinico?

E’ uno Psicologo, regolarmente iscritto all’Albo degli Psicologi, che svolge le attività di prevenzione e di terapia, nel settore pubblico o privato. Lo strumento di intervento principale della Psicologo è il colloquio clinico. Questo strumento è fondamentale poiché attraverso di esso si stabilisce la relazione tra terapeuta e paziente. È una relazione che si costruisce nel tempo e che, mi piace dirlo, rappresenta un’esperienza unica per la persona: ha un contesto ben preciso e nasce con uno scopo definito. Ciò che la rende particolare è anche il fatto che si tratta di una relazione “a termine”, che sappiamo finirà.

Negli anni ho continuato ad imbattermi in una certa confusione riguardo la figura dello psicologo ed altre figure che si occupano di salute mentale, come ad esempio lo psichiatra o il neurologo.

E’ importante per me chiarire che lo psicologo non segue il modello medico nel suo intervento, ma il modello psicologico-clinico.

La differenza è sostanziale: nell’ambito medico c’è, da parte del paziente, una delega pressoché totale allo specialista nella cura del suo malessere. Il paziente racconta al medico il suo disagio, ne descrive i sintomi e l’andamento, il medico fa una diagnosi e dà al paziente la terapia da seguire. Il paziente non entra nel merito di questa scelta, ma segue quelle che sono prescrizioni dello specialista. Questo modello è funzionale ed efficace per il suo scopo, ma risulta non adatto ad un intervento psicologico, anzi direi controproducente.

Cercherò di spiegarne brevemente la ragione.

Nell’ambito psicologico-clinico accade qualcosa che solitamente il paziente non si aspetta: sarà lui, insieme al terapeuta, a farsi carico del suo malessere. Credo profondamente in questo aspetto dell’intervento psicologico e nel valore della responsabilizzazione di noi stessi: solo se cambiamo prospettiva e ci rendiamo soggetti della nostra vita possiamo migliorarla. I nostri sintomi psicologici (come ad esempio l’ansia) non sono altro che il frutto di un nostro conflitto interno: siamo noi a crearli involontariamente. Quando si ricorre all’aiuto di uno psicologo, questa risulta la scoperta più difficile di cui appropriarsi, ma è la sola ed unica possibilità di cambiamento.

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