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AMORE_LIQUIDO

Amore liquido

Amore liquido

Cos’è un amore liquido? Che tipo di relazione è? Come trasformarla in una relazione solida.

Sono relazioni indefinite e indefinibili, tanto da dover creare a volte dei termini ad hoc quando se ne parla, perché non è un legame d’amore, non è una conoscenza, non è un’amicizia. Ciò che le caratterizza è di solito la presenza di rapporti sessuali. Si tratta di una sessualità spesso scissa dal sentimento e che nasconde altri tipi di bisogni, non fisici, ma affettivi. Ovviamente sono necessità di cui non si è consapevoli, per cui si finisce per credere di essere innamorati o, al contrario, per non innamorarsi mai.

LEGGI L’INTERVISTA SU D.REPUBBLICA

 

La gelosia retroattiva

gelosiaretroattiva

Articolo a cura della Dott.ssa Ornella Mannatrizio

La gelosia retroattiva o gelosia degli ex è una forma di gelosia romantica, di stampo ossessivo-compulsivo, che si caratterizza da ansia, rabbia, frustrazione e rancore nei confronti del passato sentimentale e/o sessuale del partner del geloso.

È una condizione riscontrabile sia negli uomini che nelle donne, in egual misura, ciò nonostante presenta delle differenze di genere: nell’uomo l’attenzione si focalizza sull’aspetto sessuale delle relazioni che il partner ha avuto con gli ex (posizione, luoghi, frequenza dei rapporti sessuali), mentre nella donna, la componente su cui si fissa il pensiero è quella emotiva ed affettiva (progetti di vita, sogni, momenti di tenerezza e condivisione); questo non perché l’aspetto sessuale sia sottovalutato, al contrario, perché viene inserito all’interno di quel quadro di tenerezza, sentimento e amore, che fa assumere alla dimensione sessuale un ruolo secondario, ma non di poca importanza.

Viene anche definita “sindrome di Rebecca”, il cui nome è tratto dal libro “Rebecca, la prima moglie”, e da cui Hitchcock si è ispirato per il suo film. La vicenda narra di una giovane dama di compagnia, che sposa un ricco vedovo, e dal momento in cui la giovane sposa varca la soglia della sua nuova abitazione, viene sottoposta a continui confronti e paragoni con la prima moglie, Rebecca appunto. In modo particolare, questi confronti provengono dalla governante, che nutre una profonda e incondizionata ammirazione per la precedente padrona, al punto da condurre la nuova moglie alla gelosia e all’esasperazione.

Uno dei nuclei focali su cui si fonda questa particolare tipologia di gelosia è il bisogno di possesso: il geloso rivendica il diritto di possesso retrospettivo sulla vita sentimentale e/o sessuale del partner. I vissuti e le esperienze passate di quest’ultimo vengono equiparati a quelli presenti e assumono maggiore importanza e autorevolezza. Anzi vengono utilizzati, dal geloso, come indicatori di qualità, per stabilire il valore del proprio partner.

Per il geloso retroattivo, non è importante che il partner si comporti correttamente nei suoi confronti, nel qui ed ora: che lo ricopra di attenzioni, che sia presente, amorevole e che soddisfi ogni tipo di bisogno. In ogni caso, il partner verrà giudicato sulla base delle storie e degli uomini/donne avute in precedenza che avranno una connotazione negativa. Ovvero il passato viene giudicato come costellato da superficialità, approssimazione emotiva, spesso da scarsa intelligenza, in altre parole da errori alla quale non è possibile porre rimedio. Questo perché il filtro con cui viene valutato il passato del partner riflette la scala di valori e il modo di vedere la vita secondo il geloso, che non per forza, deve essere condiviso dal partner. Quello che la persona con gelosia retroattiva non coglie è che quello, che definisce come errori del passato, in realtà, rappresentano in tutte quelle scelte di vita che hanno portato il partner ad essere la persona di cui il geloso si è innamorato.

Avendo una impronta ossessivo- compulsiva, presenta gli stessi meccanismi del DOC, ovvero è caratterizzato da:

  • Ossessioni, idee, immagini, pensieri ricorrenti e/o persistenti che insorgono improvvisamente nella mente del geloso, che vengono vissuti come intrusivi, fastidiosi e privi di senso. La sensazione riportata dai pazienti è quella di avere dei “film mentali”, o dei “sentimenti che infestano la mente” che vengono a galla da soli, che irrompono nella vita del geloso quando la mente è serena, libera da preoccupazioni, per compromettere la giornata o l’intera esistenza. Questi pensieri o immagini irrazionali, hanno la capacità di influenzare le emozioni e i comportamenti, innescando quel circolo vizioso nella quale le ossessioni alimentano le compulsioni e viceversa e dalla quale il geloso non trova via d’uscita.
  • Compulsioni, insieme di comportamenti e atti mentali, messi in atto per neutralizzare o prevenire il sopraggiungere dell’ossessione e di conseguenza la sensazione di disagio e di malessere che ne deriva. Gli atti compulsivi si distinguono principalmente in:
    • Curiosità morbosa, dal momento in cui entra in scena la figura dell’ex, creando disagio e scompenso emotivo, il geloso inizia a indagare sul passato del partner, ponendo sempre più domande, con l’intento di scoprire sempre maggiori dettagli (“se riesco a sapere tutti i dettagli, riuscirò a controllare la mia paura e il suo passato non avrà più influenza su di me”).
    • Sospetto, il geloso teme che il proprio partner gli stia nascondendo od omettendo delle informazioni di inestimabile importanza (“lui mi dice che è una storia morta e sepolta […], ma se ho ancora un po’ di tatto, mi rendo conto che non è completamente sincero”).
    • Sadismo riparatore, condotta che si innesca nel momento in cui la curiosità morbosa non procura più sollievo e non placa le ossessioni.

In questo caso, si fa strada il bisogno accusatorio nei confronti del partner e degli episodi del suo passato, che vengono rivangati, tirati in ballo, ritualizzati nel presente, attraverso il giudizio morale e la colpevolizzazione quotidiana e sistematica del partner. Nel fare ciò la persona gelosa è crudele e spietata, e può arrivare a far piangere od offendere l’altra parte. Oppure in casi estremi, troncare definitivamente la relazione, con lo scopo di infliggere la massima sofferenza .

Il dibattito sulla gelosia in generale è ancora aperto, e in modo particolare quello sulla gelosia retroattiva. I rapporti di coppia sono molto cambiati rispetto 80 anni fa, così come il ruolo della donna all’interno della società. E probabilmente continueremo a cambiare nel corso del tempo. Ad oggi le coppie vivono nell’aspirazione dell’amore passionale, ovvero di quell’amore che brucia in modo costante, caratterizzato da una sorta di perenne innamoramento e desiderio erotico reciproco che non si affievolisce con il tempo. E la gelosia ha un ruolo in tutto ciò, cioè rappresenta nella prova, nella manifestazione del proprio amore, “il condimento dell’amore”, un modo come un altro per combattere la noia della quotidianità.

In altri casi può rappresentare nell’espressione della propria insicurezza e della sfiducia di sé e negli altri, dovuta ad esperienze precedenti di abbandono non adeguatamente elaborate, alla mancanza della Persona Amata che genera un vuoto dentro il geloso. L’istinto di sopravvivenza dell’essere umano rifugge il vuoto e il geloso pur di non avvertire questa sensazione è disposto a colmarlo e compensarlo in qualunque modo.

BIBBLIOGRAFIA

  • D’Urso, Otello e la mela, Psicologia della gelosia e dell’invidia, La Nuova Italia Scientifica, 1995;
  • Benvenuto, La gelosia, il Mulino, 2011;
  • Giusti e M. Frandina, Terapia della gelosia e dell’invidia, trattamenti psicologici integrati, Sovera Editore, 2007;
  • Blèvis, Gelosia. La malattia del desiderio, Castelvecchi, 2008;
  • Nizzolino, Gelosia retroattiva maschile. Conviverci, accettarla, combatterla, Edizioni Psiconline, 2012;
  • Freud, Ossessione, paranoia, perversione. Raccolta di scritti, Bollate Boringhieri, 2016;
  • Mancini e C. Perdighe, Elementi di psicoterapia cognitiva, Giovanni Fioriti Editore, 2008;
  • Carotenuto, Trattato di psicologia della personalità, Raffele Cortina Editore, 1991;
  • Plutchik, Psicologia e biologia delle emozioni, Bollate Boringhieri, 1995;
  • Fonzi, Manuale di psicologia dello sviluppo, 2006.

Ringrazio la Dott.ssa Ornella Mannatrizio per questo articolo e per la collaborazione sul tema della gelosia retroattiva. NS

Master Sessuologia Clinica

Master Sessuologia Clinica

Master Sessuologia Clinica

La Dott.ssa Nicoletta Suppa è Docente al Master in Sessuologia e Clinica delle Dinamiche di Coppia e al Master Specialistico in Sessuologia Clinica per Psicoterapeuti.

I corsi si svolgono presso L’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica, con sede a Roma.

Per informazioni sui corsi clicca qui.

Presentazione Libro ScriverEmozioni

PRESENTAZIONE DEL LIBRO SCRIVEREMOZIONI

Presentazione del libro ScriverEmozioniScriverEmozioni è una raccolta di racconti scritti durante la I edizione del Laboratorio di Scrittura Emotiva.

“Non è un laboratorio di ceramica e neanche di falegnameria. Non si forgia la creta , non si sagomano i tessuti. Quello proposto da Elisabetta Bernardi e Nicoletta Suppa, psicoterapeute, è un laboratorio di scrittura emotiva. Non si impara a scrivere, non si diventa scrittori, non necessariamente almeno. In questo laboratorio si impara a tirar fuori le emozioni e alcuni pensieri difficili da dire ma che poi, attraverso la penna e la creatività, diventano facilmente parole. Se è vero che leggere è terapeutico, scrivere lo è ancora di più. Scrivere emozioni significa riconoscere i propri sentimenti, sentirli, trasferirli, comunicarli. Significa individuarsi. Esserci. Scrivere emozioni significa guardarsi allo specchio, anche quando lo specchio è solo un foglio bianco. E su quel bianco trasferire vibrazioni, parole, lacrime e risate. Scrivere emozioni significa sentirsi liberi”
Marinella Cozzolino

Il libro è a cura di:

Nicoletta Suppa
Psicologa, Psicoterapeuta Psicoanalitico Interpersonale individuale
e di gruppo, Specialista in Sessuologia. Socia e Psicoterapeuta
SPIGA (Società di Psicoanalisi Interpersonale e GruppoAnalisi).
Collabora con l’AISC (Associazione Italiana di Sessuologia Clinica)
in qualità di libera professionista, docente e formatrice in ambito
psicologico e sessuologico. Coordinatrice didattica dei Master in
Sessuologia Clinica dell’AISC. Ideatrice del laboratorio di Scrittura
Emotiva ScriverEmozioni.

Elisabetta Bernardi
Psicologa, Psicoterapeuta Gestalt Analitico individuale e di gruppo,
Specialista in Sessuologia, Esperta in Psicologia dei disturbi del
comportamento alimentare. Socia e membro del Comitato Direttivo
AIGA (Associazione Italiana Gestalt Analitica). Collabora con
l’AISC (Associazione Italiana di Sessuologia Clinica) in qualità di
libera professionista, docente e formatrice in ambito psicologico e
sessuologico. Si occupa inoltre dell’utilizzo della Fotografia in ambito
terapeutico individuale e di gruppo. Ideatrice del laboratorio di
Scrittura Emotiva ScriverEmozioni.

Ecco il link per l’acquisto!

ScriverEmozioni

Gruppo Supervisione per Psicoterapeuti

GRUPPO DI SUPERVISION

Gruppo di supervisone per Psicoterapeuti

Grupposupervisione

Gli incontri si tengono a cadenza bimestrale

Il gruppo è aperto a psicoterapeuti che hanno la necessità di confrontarsi su casi clinici che presentano tematiche inerenti la sessualità. La supervisione è condotta alternativamente dalla Dott.ssa Francesca Fulceri e dalla Dott.ssa Nicoletta Suppa.

Il costo è di 50,00 euro ad incontro.

Per info e prenotazioni

Segreteria AISC 06. 84 11 214 o aisc@sessuologiaclinica.net

oppure contattare direttamente le dottoresse

Dott.ssa Nicoletta Suppa

cell. 328 3213530 nicolettasuppa@gmail.com

Dott.ssa Francesca Fuceri

cell. 338 5620096 fulceri.francesca@gmail.com

Gli incontri si terranno presso: AISC, via Brescia 48/a Roma.

Seminario Dipendenza Affettiva 1 DICEMBRE 2017

SEMINARIO ESPERIENZIALE

GLI INCASTRI RELAZIONALI

La Dipendenza Affettiva e Teoria Interpersonale

Roma 1 Dicembre 2017

Ore 18:00-19:30

dipendenzaaffettiva

Come scegliamo il nostro partner?

Perché abbiamo bisogno della sua costante vicinanza?

Perché alterniamo momenti di benessere a momenti di ansia e paura?

Siamo innamorati o siamo dipendenti?

Gli incastri relazionali sono presenti in ogni relazione di coppia e si basano sulla soddisfazione reciproca di bisogni affettivi, più o meno espliciti. Quanto più il rapporto sentimentale è duraturo, tanto più l’incastro funziona. Eppure, il fatto che una relazione funzioni non equivale a dire che essa sia “funzionale”, ossia che sia fonte di beneficio per entrambi i partner. Alcune relazioni rientrano in un quadro di dipendenza affettiva: l’incastro tra i due è così potente da rendere incapaci di desiderare altro per se stessi, pur restando in una relazione distruttiva. Queste dinamiche relazionali incidono profondamente nella scelta del partner, per cui sembra impossibile vivere relazioni diverse da quelle del passato.

Il seminario illustrerà il tema della dipendenza affettiva nell’ottica della Teoria Interpersonale, secondo la prospettiva delle tendenze relazionali descritte da Karen Horney. Si parlerà di manipolazione affettiva nei rapporti di coppia e di co-dipendenza. La parte teorica sarà intervallata da momenti esperienziali, quali opportunità per eventuali riflessioni su se stessi.

Il seminario è condotto dalla Dott.ssa Nicoletta Suppa, Psicologa – Psicoterapeuta – Specialista in Sessuologia Clinica

Sede del seminario:

S.P.I.G.A. – Via Poggio Moiano 34/c Roma

PARTECIPAZIONE GRATUITA

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Prenotazioni:

Tel. 0698934725

Mail: info@spigahorney.it

 

 

 

 

Laboratorio di Scrittura Emotiva

Laboratorio di Scrittura Emotiva



Laboratorio di scrittura Emotiva

Immagina di scrivere una storia. Quali emozioni racconterebbero le tue parole? Come mai sceglieresti quel protagonista? Cosa si potrebbe intravedere nella trama che stai scrivendo? Creare un racconto vuol dire mettere nero su bianco le proprie emozioni, anche quando non sono consapevoli. In ognuna delle tue storie c’è una parte di te che non conosci. La Scrittura Emotiva può essere un utile strumento per sentire le proprie emozioni e avvicinarsi a se stessi.

Il corso si articolerà in 5 incontri di 4 ore ciascuno:

  • Il protagonista: l’inizio del percorso emotivo
  • Il co-protagonista: la condivisione delle emozionI
  •  L’antagonista: l’emotività negativa
  •  La trama: le emozioni nelle relazioni
  • Il racconto condiviso: l’espressione consapevole della propria emotività

Il laboratorio è aperto a tutti e sarà condotto da:

Elisabetta Bernardi, psicologa, psicoterapeuta ad orientamento Gestalt Analitico individuale e di gruppo, specialista in Sessuologia.

Nicoletta Suppa, psicologa, psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico Interpersonale individuale e di gruppo, specialista in Sessuologia.

Il costo è di 340 euro, di cui 100 al momento dell’iscrizione e la restante parte entro il secondo incontro.

 

Al termine del laboratorio verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

PUBBLICAZIONE DEI RACCONTI

La casa editrice Epigraphia A.C.R. si impegna a:
– far inserire l’opera con il relativo commento e con l’immagine di copertina fra i libri acquistabili nella libreria Internet Bookshop Italia (la più grande libreria italiana on line) sul sito www.ibs.it;
– far inserire l’opera in tutti i siti con cui l’Editore collabora come: Amazon,  lafeltrinelli.it LibreriaUniversitaria, Unilibro, Sanpaolostore, Ciao.it, Libreriafernandez, etc.
– presentare e mettere in vendita il libro sul sito di e-commerce della Casa Editrice Epigraphia A.C.R., laddove sarà possibile sfogliare parte del libro prima di effettuare l’acquisto.

Per informazioni e prenotazioni:

Dott.ssa Nicoletta Suppa nicolettasuppa@gmail.com    3283213530

Dott.ssa Elisabetta Bernardi elisabettabernardi@hotmail.it    3343902713

Gli incontri si terranno presso: AISC, via Brescia 48/a Roma.

 

 

 

Gruppo Terapeutico Dipendenza Affettiva

Gruppo Terapeutico Dipendenza Affettiva

Nelle tue relazioni vivi spesso la paura dell’abbandono?

Provi ansia al minimo segno di conflitto?

Non sai stare solo?

Hai difficoltà ad esprimerti, se le tue opinioni differiscono da quelle dell’altro?

La dipendenza affettiva trasforma le relazioni in una gabbia indispensabile e necessaria alla propria “sopravvivenza emotiva”

Perché un gruppo terapeutico?

Il rapporto con il gruppo aiuta a vedere la verità sul proprio modo di relazionarsi attraverso somiglianze e differenze. Gli altri diventano degli specchi in cui guardarsi e delle molle che permettono di riscoprire o scoprire per la prima volta l’interesse per se stessi.

Scarica la Locandina Gruppo Dipendenza Affettiva

PER INFO E PRENOTAZIONI

Che cos’è la Dipendenza Affettiva

La gabbia dell’amore

La gabbia dell’amore

La dipendenza affettiva

Che cos’è la Dipendenza Affettiva

La dipendenza affettiva è uno stato di disagio, vissuto da chi intrattiene relazioni di coppia che tendono a diventare o ad essere fin dalla loro nascita, condizione indispensabile e necessaria alla propria “sopravvivenza emotiva”, una sorta di linfa vitale che consente di nutrirsi e continuare a vivere.

Chi vive questo tipo di dipendenza attribuisce all’altro un’importanza tanto soverchiante da non riuscire nemmeno a percepire i propri bisogni, i propri interessi, la propria importanza, a causa di una ridotta autostima, finendo con l’annullarsi per l’altro e nell’altro. Tale concentrazione sul partner serve, in qualche modo, a non affrontare la paura che fa da sottofondo, cioè la paura che il rapporto possa rompersi, il terrore della separazione.

Come capire se si vive una dipendenza affettiva? Quali sono i sintomi?

Nelle tue relazioni sperimenti spesso o costantemente:

  • la paura o il terrore della separazione e di essere abbandonato
  • una grande devozione e disponibilità nei confronti dell’altro, a volte accompagnata da gelosia morbosa
  • la tendenza ad isolarti da tutti, con l’unico desiderio di passare del tempo con il tuo partner
  • l’incapacità di tollerare la solitudine
  • un senso di ansia, allarme o panico al minimo segno di conflitto tra voi
  • il desiderio di vivere una relazione di tipo fusionale e simbiotica
  • il timore di essere te stesso, esperimere le tue opinioni se contrastano con quelle del partner
  • la mancanza o lo scarso interesse per te stesso
  • sensi di colpa e rabbia

Perché si è dipendenti affettivi?

Le radici di questo disagio possono essere antiche. Nella vita della persona che tende alla dipendenza affettiva potrebbe essersi presentata precocemente un’esperienza di rifiuto o di abbandono, che continua a rivivere nelle relazioni attuali attraverso la paura della separazione.

Come se questo vissuto mai superato si ripetesse, la dipendenza nei rapporti viene alimentata dalla paura del rifiuto, dalla svalutazione e dall’idealizzazione dell’altro.

Non perché si prova piacere dal vivere queste sofferenze, ma perché la persona mette in scena il proprio bisogno di cambiare ciò che è andato storto nel suo passato, cambiare l’altro, essere apprezzato, accettato e amato da un partner che è vissuto come rifiutante e irraggiungibile. Spesso si tratta anche di partner già impegnati o che non sembrano abbastanza interessati alla relazione.

Amare un partner intimamente e autenticamente affettuoso e attento alle necessità del dipendente porta spesso alla noia, in quanto non soddisfa quel bisogno inconscio e costantemente presente del dipendente di farsi amare da chi ama solo se stesso.

Dipendenza affettiva e amore

Tutto ciò non significa che la dipendenza sostituisca in toto l’amore, alcune volte i due fenomeni possono coesistere e confondersi, i confini possono essere molto labili e sfumati, la distinzione sta nel grado di autonomia e di percezione di sé, tanto più sono presenti questi elementi, tanto più spazio resta per un amore autentico, genuino. Contrariamente a quanto si dice di solito e cioè che l’amore è un incontro tra due metà, l’amore può esistere solo tra due unità, infatti solamente chi si percepisce nella sua completezza e interezza può donarsi all’altro senza perdersi nell’altro e in una relazione simbiotica.

La co-dipendenza

Altra falsa credenza è quella secondo cui la dipendenza affettiva riguarda uno solo dei due partner, nulla di più falso, in uno dei due è sicuramente più evidente, mentre nell’altro alcune volte è mascherata da altre forme di dipendenza, queste problematiche manifeste dell’altro diventano il motivo per concentrarsi esclusivamente sul compagno/compagna, in modo da non assumersi né il rischio né la responsabilità di conoscersi e quindi vivere per se stessi.

La possibilità di uscirne

La via da intraprendere, per uscire dalla gabbia che la dipendenza affettiva costruisce intorno alla vita della persona, è un percorso che aiuti a vedere non solo l’altro per ciò che è, al di fuori dell’idealizzazione, ma soprattutto guardare a se stessi per ciò che si è al di fuori della svalutazione.

Lasciarsi aiutare in questo percorso può permettere di imparare a mettersi al centro della propria vita e di imparare ad amarsi, un aiuto importante che può sicuramente arrivare da un percorso psicoterapeutico sia individuale che di gruppo.

In quest’ultimo caso il dipendente può cominciare a riconoscere le distorsioni della realtà, grazie alle somiglianze della propria vita con la vita altrui, il rapporto con gli altri partecipanti al gruppo consente di vincere le difese che non permettono di vedere la verità sulla propria storia personale, diventano degli specchi in cui guardarsi e delle molle che permettono di riscoprire o scoprire per la prima volta l’interesse per se stessi.

A cura di Dott.ssa Nicoletta Suppa  e Dott.ssa Emanuela Federico

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GRUPPO TERAPEUTICO SULLA DIPENDENZA AFFETTIVA

amorisbagliati

Gli amori sbagliati

Gli amori sbagliati

In ogni coppia c’è un incastro relazionale, quanto più il rapporto di coppia è duraturo, tanto più l’incastro funziona. E’ difficilissimo separare i sentimenti dal discorso dell’incastro. Dovremmo farci domande sull’amore incondizionato e su quanto le caratteristiche del nostro partner influiscono sul nostro equilibrio.

Il tema dell’incastro relazionale stupisce sempre le coppie che arrivano in psicoterapia: si è abituati a dire “Stiamo insieme perché ci amiamo” o “Siamo in crisi perché non ci amiamo”. Scoprire che siamo uniti all’altro anche perché, oltre ad amarlo, egli risponde ai nostri bisogni, forse ci fa sentire egoisti. Ma questo scambio è implicito e fisiologico in ogni relazione.

Parlo di bisogni affettivi, cha vanno dal riconoscimento di sé fino ad arrivare a bisogni più nascosti, come quello di dipendere o di predominare.

Abbiamo detto che ciò che funziona va avanti, ma che un rapporto funzioni da un punto di vista dell’incastro non vuol dire necessariamente che esso sia “funzionale”! Un rapporto più durare tantissimi anni, reggersi quindi su un incastro che funziona, ma essere assolutamente “disfunzionale”, ossia distruttivo.

Capita spesso che un paziente mi ponga questa domanda: “E’giusto che io faccia questo?” Si tratta per me della domanda impossibile! E’ impossibile perché non esiste una risposta diretta, anzi, qualora esitesse porrebbe il terapeuta in errore: non spetta a lui dire cosa è giusto per il proprio paziente, tantomeno esprimere un giudizio o un parere parsonale. Eppure questa domanda impossibile si rivelerà la domanda chiave, quella che darà al paziente la SUA risposta.

Poniamoci nell’ambito delle relazioni e degli incastri. Immaginiamoci che questa domanda diventi: “E’ giusto continuare questa relazione?”, la risposta la conosce solo chi pone la domanda ed ha a che fare con la differenza che c’è tra un rapporto che funziona ed uno che è funzionale. Abbiamo detto che un rapporto funziona quando va avanti (ma questo non vuol dire che sia funzionale), invece quand’è che possiamo dire che un rapporto è funzionale? Lo è quando entrambi i parnter ne traggono beneficio rispetto ai propri bisogni affettivi. Quando una relazione ci fa stare bene, quando i momenti di felicità e appagamento superano di gran lunga quelli infelici e frustranti (mai del tutto assenti), allora vuol dire che l’incastro è funzionale.

Cosa succede nei considdetti “amori sbagliati”? Succede che l’incastro si basa su una parte che prodomina sull’altra: uno dei due sacrifica una parte di sé e l’altro usufruisce di questo sacrificio. Si parla solitamente di una dinamica “vittima-carnefice” in senso lato, ma questa definizione non rende giustizia a ciò che accade nell’incastro: o meglio, possiamo intenderla considerando questa bipolarità non in termini di “passivo-attivo”, come sembrerebbe.

Mi spiego: chi è vittima non è totalmente passivo in questa scelta, chi è carnefice non è totalmente attivo. Cosa vuol dire? Che essendo un incastro entrambi i partner “scelgono attivamente il proprio ruolo” e questo è molto evidente nei rapporti duraturi. La scelta del ruolo non è mai del tutto consapevole, sebbene resti una scelta.

Perché scegliamo sempre lo stesso tipo di persona? Perché le nostre relazioni sembrano seguire un copione? Perché non cambia mai il finale?

Molti incontri accadono per caso, non sembrerebbe ci sia un’intezionalità nella scelta di un partner, anzi ormai sappiamo perfettamente cosa vogliamo evitare, eppure ci ritroviamo nelle medesime situazioni.

Il potere di questi incastri agisce sin dalle primissime fasi di un incontro. La relazione nasce non quando si approfondisce la conoscenza reciproca, ma dalla prima stretta di mano. Inizia con le aspettative e le fantasie che inevitabilmente riversiamo sull’altro e su quello che all’altro suscitiamo.

Gli incastri relazionali sono moltissimi e quelli disfunzionali diventano a volte prigioni. Possono essere così potenti da renderci incapaci di desiderare altro per noi stessi. Si tratta proprio della nostra incapacità di saperci immaginare diversi o di saper immaginare diversa la persona che ci ama.